Equo compenso
Lo scorso 12 aprile è stata approvata alla Camera la proposta di legge sull’equo compenso con lo scopo di garantire al professionista un onorario commisurato al valore della prestazione resa in favore dei cosiddetti contraenti forti, ovvero banche, pubbliche amministrazioni ed imprese con fatturati annui superiori a 10 milioni di euro.
La legge indica per quali clausole può scattare la nullità dei contratti tra professionista e committente. Oltre agli accordi basati su parametri non congrui, sono nulli anche tutti i contratti che prevedono l’anticipazione delle spese a carico del professionista o che vietano di prevedere acconti.
Sanzionabile anche deontologicamente da parte dell’Ordine il professionista che accetta incarichi al di sotto delle soglie dei parametri.
Sono considerate nulle le clausole che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri, nonché le clausole indicative di uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo ed eventualmente di condannare l’impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista.